storia
La Basilica di Santa Sabina all'Aventino fu costruita da Pietro di Illiria tra il 422 e il 432 d.C. sulla casa della matrona romana Sabina, poi divenuta santa.
Nel 1219 la chiesa fu affidata da a Domenico di Guzmán, alla cui figura sono legate due curiosità: nel chiostro si trova un arancio dolce, secondo la tradizione il primo piantato in Italia proprio da Domenico nel 1220. L’albero, visibile dalla chiesa attraverso un buco nel muro di fronte al portale ligneo, è considerato miracoloso perché ha continuato a dare frutti attraverso altri alberi rinati sull'originale, una volta seccato. Su una colonna tortile a sinistra della porta di ingresso vi è, poi, la Lapis Diaboli, ossia "pietra del diavolo": Secondo la leggenda sarebbe stata scagliata dal diavolo contro Domenico mentre pregava sulla lastra marmorea che copriva le ossa di alcuni martiri, mandandola in pezzi. In realtà la lapide fu spezzata da D. Fontana durante il restauro del 1527.
Nell’aprile del 1287 presso la chiesa si riunì il conclave per eleggere il successore di papa Onorio IV. Quell'anno Roma fu colpita dalla malaria ed i porporati, terrorizzati dal contagio, abbandonarono la chiesa. Solo uno vi rimase: Gerolamo Masci, che fu eletto papa dai cardinali tornati a riunirsi col nome di Niccolò IV, come premio per lo stoicismo mostrato.
S. Sabina è la prima stazione quaresimale: qui il papa pronuncia l’omelia il mercoledì delle Ceneri.
Esterno: la chiesa non ha facciata, inglobata nel nartece. Vi si accede anche attraverso un portale, preceduto da un piccolo portico con tre arcate, situato sul lato destro..
Interno: la basilica ha un impianto a tre navate ed abside semicircolare in corrispondenza della navata maggiore. Dei rifacimenti barocchi rimangono solo le cappelle laterali dedicate a San Giacinto (a destra) e a S. Caterina da Siena (a sinistra). La parte superiore della navata centrale, con un moderno soffitto a cassettoni (1938), era un tempo rivestita da mosaici; oggi solo gli spazi tra le arcate sono decorati da emblemi in opus sectile. L'affresco absidale di Taddeo Zuccari (1560) raffigura Gesù, gli Apostoli e i Santi sepolti nella Basilica. In prossimità del presbiterio vi è la Schola Cantorum, ricostruita nel 1936 su ispirazione di quella originaria.
La porta lignea di Santa Sabina: l'ingresso principale è chiuso da una porta risalente al V sec, che rappresenta il più antico esempio di scultura lignea paleocristiana. Dei 28 riquadri originari, oggi ne sono rimasti solo 18, tra cui quello raffigurante per la prima volta la crocifissione di Cristo tra i due ladroni. Cristo presenta dimensioni maggiori, a significare la sua superiorità, le figure poggiano su una parete che simula dei mattoni e le croci si intuiscono dietro la testa e le mani dei ladroni, nei primi tempi del Cristianesimo era divieto rappresentare Cristo in croce, pena riservata agli schiavi. Vi sono poi scene dall'Antico e dal Nuovo Testamento, fra cui le storie di Mosè. Durante i restauri del 1836, il restauratore ritoccò il volto del faraone in procinto di annegare, nel pannello raffigurante il Passaggio del Mar Rosso da parte degli ebrei, raffigurandovi Napoleone.
L’Aventino non è solo noto per la basilica di S. Sabina, accanto la chiesa vi è il Giardino degli Aranci uno splendido aranceto, circondato da mura che si affaccia su un suggestivo panorama di Roma. Continuando la passeggiata, poco più in là, in Piazza dei Cavalieri di Malta, vi è un portone. E‘ quello del Palazzo dei Cavalieri di Malta: spiate dal buco della serratura ed avrete la visione più segreta e magica di Roma … la Cupola di San Pietro! C’è chi dice che porta del palazzo sia stata progettata proprio lì per avere questo particolare effetto ottico. La vegetazione che incornicia la Cupola completa la magia.
Il palazzo è la sede del Gran Priorato di Roma del Sovrano Militare Ordine di Malta, gode del diritto di extraterritorialità ed ospita le ambasciate dell'ordine. All'interno del rigoglioso giardino c'è la Chiesa di Santa Maria del Priorato (non visitabile), ristrutturata da G. B. Piranesi.
Ma l’intero Aventino è un luogo magico, la leggenda racconta che il colle altro non è che una grande nave, sacra ai Templari, pronta a salpare verso la Terra Santa! La prua è quella parte che si incunea verso il Tevere, il labirinto del giardino del palazzo ed i cespugli sono le funi, gli obelischi gli alberi della nave.